Lì dove il mare luccica
Quella mattina mi svegliai col sorriso, canticchiando, come tutte le volte che sai che parti per una nuova missione salvavita.
Un po’ di nebbia surgelata annunciava che eravamo solo il primo giorno di marzo e la primavera era di là dal fare capolino.
Ma canticchiavo “lì dove il mare luccica” perché mi aspettava proprio il “golfo di Surriento”.
Missione nazionale in auto con un’amica volontaria, ma che si annunciava come un perdifiato in giro per l’Italia: Firenze-Napoli-Cuneo-Firenze.
Alle sette di mattina si parte dalla sede con l’auto di servizio: la nostra rassicurante Croma, che ci apre la strada verso sud, fra un’alba rosata di rugiada e una colazione al volo in autogrill verso Montepulciano.
La striscia d’asfalto scorre sotto i nostri i pneumatici con una regolarità di crociera perfetta.
Una corsa a perdifiato
Si parte. Si parte sempre per una nuova missione. Una nuova emozione.
Arrivi in una città sconosciuta, in un continente sconosciuto, fra persone nuove e diverse culturalmente da te, che non conosci, ma che cerchi di scoprire.
Insomma, il giorno prima del ritiro, quello in cui arrivi nella città dove ritirerai la vita – che sia Germania, Francia, Inghilterra, America, Brasile, Giappone, Israele, poco importa… fai il turista, confuso fra mille altri turisti rumorosi e variopinti.
Visiti la città – lo faccio quasi sempre a bordo di quei simpatici e folkloristici bus turistici scoperti a due piani che ho risoprannominato “sitte-sitte” - in attesa del giorno del ritiro; l’indomani.
Quel giorno ti trasformi e diventi un altro.