Quel battito di tacchi
Sento ancora il rumore delle ruote di plastica della mia valigia rossa che passano sulle connessioni della pavimentazione della PragerStrasse. Di buon passo, come al solito, anche quando non ho fretta.
Ho sempre camminato svelto, fin da piccolo, forse per adattarmi al passo della mamma quando andavamo in centro insieme e le uniche pause erano davanti alle vetrine.
Ora, nella mia testa, il rumore dei tacchi della mamma si sovrappone a quello delle rotelle che risuona nella via.
Ricordi recentissimi misti ad altri meno recenti.
Sono appena sceso dal treno e questa Dresda semiperiferica mi passa accanto con le sue vetrine e i suoi abitanti, in un clima vagamente familiare.
Ho decisamente fame, ma prima devo trovare la mia sistemazione in albergo. Le istruzioni per raggiungere l'hotel sono precise anche stavolta: penso ai miei compagni che sono già stati qui e hanno aperto una via, come gli alpinisti su una parete rocciosa, per facilitare le spedizioni successive.
Con questa immagine in testa cerco, sopra l'orecchio destro, la sigaretta rollata in treno. L'accendo e faccio ripartire – più lentamente – le rotelle: quelle della valigia e quelle della testa.
Da un paio di giorni vivo in una modalità particolare, alla quale mi sono ormai abituato nel corso di quest'anno.
È un po' come se mi fosse nato un figlio, o piuttosto come se ci fossero improvvisamente nuove persone dalle quali tornare a casa e che ti pensano…
Ti tieni addosso quella lieve sensazione che ti regalano quei terribili santini che qualcuno tiene sul cruscotto della macchina, con su scritto: "Sii prudente, a casa ti aspetto io".
Da un paio di giorni ho smesso di attraversare la strada con il rosso; guardo a destra e sinistra una volta in più; ho scelto l’auto invece della moto, non vado a sciare.
La regola è "vietato farsi male, vietato morire".
Come al solito, insomma; lo sappiamo bene. Ma stavolta vale doppio!
Ho deciso di aiutare due persone fisicamente lontane ad incontrarsi. In realtà non si conoscono nemmeno e nemmeno si conosceranno mai…