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Massimo B. M.

Cronaca di un viaggio mai fatto - Non sono molte le persone che mi conoscono bene però una cosa che spicca del mio carattere anche agli occhi di chi non mi conosce affatto è la mia gola.

Cronaca di un viaggio mai fatto - Non sono molte le persone che mi conoscono bene però una cosa che spicca del mio carattere anche agli occhi di chi non mi conosce affatto è la mia gola.

Ogni volta che mi viene assegnato un viaggio immagino già i prodotti tipici che posso assaggiare e così ho fatto anche quando mi è stato detto che sarei andato a Tubingen.

Già pregustavo uno stinco con patate e un boccale di birra Pilsner o Paulaner!!

Il 1° Ottobre sono partito con il treno da Pisa per Roma dove con la Germanwings sarei dovuto andare a Stoccarda e poi a Tubingen; non era tanto il viaggio ad elettrizzarmi ma il pensiero dell’Octoberfest che mi stimolava e tutta la mia attenzione era rivolta alla puntualità (on time) del volo Roma-Stoccarda che mi avrebbe portato poi in piazza a Tubingen. Nell’attesa dell’imbarco a Fiumicino, come prassi in questi casi, ho telefonato alla dottoressa Suzanne di Tubingen per preannunciare l’arrivo e per sapere se la raccolta effettuata quel pomeriggio era stata sufficiente oppure se fosse necessaria una seconda “collection” il giorno dopo; in questo caso pensavo che potevo in qualche modo raddoppiare la visita agli stands dell’Octoberfest!!!

La prima telefonata fu carina e ci lasciammo per risentirci più tardi; dopo appena 10 minuti squillò il mio cellulare e alla risposta riconobbi Suzanne per accertarsi del codice donatore, del nome del paziente, del mio cognome e numero del passaporto; espletati questi “dettagli” ci salutammo.

Ma non era finita lì! Passati altri 10 minuti, sempre Suzanne, mi richiama al telefono per dirmi, costernata, che loro non avevano in programma nessuna raccolta relativa ai dettagli suddetti e per maggiori informazioni mi consigliava di rivolgermi direttamente al registro di Barcellona!, destinatario finale della mia missione.

Mi crollò il mondo addosso! Primo perché non ero ancora sicuro sul fatto di dover annullare o meno il viaggio e quindi chiamai immediatamente la "direttrice" per avere istruzioni precise e poi, in secundis (ma non tanto in secundis!) per lo stinco con le patate e la birra che vedevo, ahimé, allontanarsi.

Trascorsi minuti di trepidazione perché da una parte attendevo ordini dalla direttrice e dall’altra lo speaker dell’aeroporto mi chiamava “al GATE 52 per imbarco immediato!”.

Purtroppo arrivò l’ordine di non imbarcarsi e di ritornare a casa!!! Mestamente presi il treno per Roma Ostiense e da lì a Pisa.

Una giornata sognata all’insegna dello stinco arrosto si è conclusa con un panino “rustichella” e un cappuccino.

Comunque in oltre tre anni di partecipazione a questi servizi è il primo caso che una missione mi è stata annullata “proprio all’ultimo momento”.

La risultante, però di tale impegno è sicuramente un arricchimento morale dovuto alla consapevolezza che questi viaggi sono veramente, per coloro che attendono il mio ritorno, “viaggi della speranza”.

Un esempio per tutti sono i festeggiamenti che i familiari di un bambino dell’ospedale pediatrico di Brescia hanno fatto accendendo dei piccoli fuochi artificiali all’arrivo del corriere.

É molto bello riuscire ad infondere un po’ di serenità nei cuori di queste persone, ed è sorprendente come il potere di un sorriso riesca a ripagare le molte fatiche.

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